RICCIOTTI su DOMUS
05 Marzo 2013
Il calcestruzzo è, come lo definisce Adrian Forty, “uno dei fattori attraverso cui passa la nostra esperienza della modernità”, e ciò perché “realizza la prospettiva della trasformazione della natura, e della trasformazione di noi stessi e dei nostri rapporti reciproci”. Certamente l’architetto francese Rudy Ricciotti comprende e mette in gioco queste particolarità del materiale, trasportando il calcestruzzo dalle sue origini moderne fin nel cuore della postmodernità ( ...) Ricciotti è una specie di enfant terrible dell’architettura francese. Non ama particolarmente mettere in mostra il suo lavoro. Amante della polemica, preferisce bersagliare i suoi detrattori in ogni tipo di occasione pubblica e attraverso i suoi scritti (come il suo libro più recente, L’Architecture est un sport de combat, e in La cultura come arma fatale, saggio pubblicato nel 2008). I suoi terreni di scontro sono l’abuso dell’espressione “architettura verde” (che predilige smascherare usando invece il termine “terrorismo verde”) e quello che deplora come una specie di minimalismo alla Koolhaas. Ricciotti insiste anche sull’importanza del lavoro collettivo. Per lui l’architetto non è altro che un direttore d’orchestra, che dipende necessariamente dal lavoro di una miriade di altri specialisti cui ama rendere omaggio.(...) LEGGI L'ARTICOLO SU DOMUSWEB >> IL SITO de LA CITE' DE L'ARCHITECTURE >>